TRATTO DALL’ARTICOLO DE “IL SOLE 24 ORE”, 04 LUGLIO 2016
Come e perché è meglio correggere il pH acido dell’organismo, attraverso l’acqua alcalina e l’alimentazione basica. L’ambiente alcalino contrasta l’insorgere del tumore.
L’acqua alcalina, come tema, si innesta nell’ampio mondo della guarigione, da molti considerato in modo olistico, dunque un tutt’uno con mente e corpo delle persone. Se si utilizza questo approccio, diventa naturale ricordare che le condizioni di malattia e guarigione sono due processi intrinseci ed esclusivi degli esseri viventi: da una parte le malattie sono un tentativo di sopravvivenza da parte dell’organismo, mentre la guarigione è il ripristino della primitiva condizione di salute. Quindi il soggetto stesso ha un ruolo attivo nel processo di guarigione, che la mente, l’ambiente e lo stile di vita possono sia assecondare che ostacolare.
Il percorso formativo che seguono i medici durante la loro preparazione scientifica comprende, tra le nozioni, l’importanza dell’equilibrio acido-basico: lo squilibrio del pH viene tipicamente corretto con i farmaci e non con l’acqua e l’alimentazione. Secondo alcuni esperti, invece, l’acqua alcalina e/o ionizzata, assieme al cibo alcalinizzante, può correggere il pH acido dell’organismo e produrre effetti positivi su di esso.
Qual è la virtù che possiede l’acqua alcalina e/o ionizzata, specie a basso residuo fisso, rispetto alla normale acqua? La prima possiede una maggiore capacità di trasporto, alle cellule, dei principi nutritivi e curativi che vengono assunti con il cibo e i farmaci, e di asporto degli scarti metabolici verso gli organi drenanti, come alcune ricerche scientifiche eseguite anche in Italia dimostrano.
L’acqua alcalina e/o ionizzata produce risultati benefici nell’organismo ed è un buon supporto per qualsiasi tipo di terapia, in quanto veicola meglio nelle cellule i principi attivi dei farmaci e ne neutralizza gli eventuali effetti collaterali. Studi scientifici mostrano, per esempio, una maggiore capacità curativa della chemioterapia metronomica e del lansoprazolo (Spugnini et al., Journal of Translational Medicine 2014) e una maggiore longevità e qualità di vita (Massimiliano Magro et al., Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine Volume 2016).
Il Dottor Stefano Fais, direttore del Reparto Farmaci Antitumorali dell’Istituto Superiore di Sanità, ha compiuto diversi studi sugli effetti dello squilibrio del pH del corpo sulla correlazione tra acidità dell’organismo e genesi del tumore. Fais prosegue, in realtà, studi che hanno una lontana origine: già nel 1931, infatti, il medico e fisiologo tedesco Otto Heinrich Warburg ricevette il Nobel per aver scoperto una differenza sostanziale tra le cellule tumorali e quelle normali. Warburg notò che le cellule tumorali avevano un pH acido perché tendevano a fermentare gli zuccheri e, nel processo di questa fermentazione, producevano acido lattico (proprio da qui si è sviluppato l’utilizzo della Pet come esame diagnostico capace di scoprire i siti del corpo nei quali c’è produzione di acido lattico). A differenza dell’acido lattico prodotto dall’attività sportiva, quello delle cellule tumorali viene riutilizzato e la cellula stessa non muore. E l’acidità iniziale porta a una sorta di selezione clonale di cellule che sono armate per sopravvivere in un ambiente acido.
Spiega Fais: “Una cellula sana, portata al pH di una cellula tumorale, che mediamente ha un valore di pH di 6/6,5, muore. Questo, quindi, è già un vantaggio selettivo, perché tramite l’acidità il tumore si isola dall’organismo”.
Lo scorso anno il Dottor Rocco Palmisano, che da 25 anni si occupa di prevenzione e cure naturali, ha pubblicato per Bis il volume “La dieta mediterranea alcalina per essere longevi e in salute”, che vede, tra gli autori delle prefazioni, proprio il dottor Fais.
Per entrambi i ricercatori sarebbe auspicabile che anche la sanità pubblica invitasse a bere molta acqua con un pH alcalino,perché aiuta a prevenire l’insorgenza di malattie, in quanto un approccio di alcalinizzazione può prevenire non solo i tumori, ma anche tante altre patologie.
L’approccio proposto dai sostenitori dell’utilizzo dell’acqua alcalina non comprende solo l’assunzione del liquido, ma anche alimenti anti-acidi. Alimentarsi nel rispetto dell’equilibrio acido-basico può diventare un impegno, che conduce i soggetti a mantenersi in salute. Il libro di Palmisano, da questo punto di vista, può rappresentare un punto di partenza, perché avvia un percorso di comportamenti da tenere: inizialmente spiega quali sono i principali elementi nutritivi, poi l’anatomia e fisiologia digestiva; prosegue poi spiegando i metodi di cottura e come distinguere i cibi alcalini da quelli acidi. Vi sono anche ricette che si possono applicare nel quotidiano.
Alla base del libro, così come dell’adozione di questo approccio, vi deve essere la consapevolezza che la salute è strettamente correlata a una sana alimentazione. Molta strada è ancora da percorrere, specie perché, precisa il dottor Fais: “Nel mondo della medicina ufficiale l’equilibrio del pH fisiologico viene trattato con sufficienza, se non addirittura osteggiato”.